Opere materiche - terracotta policroma

Le sue sculture sono il trionfo della preziosità grafica, compositiva, cromatica; non per nulla Piero De Martin è noto in campo nazionale per i suoi gioielli, nonostante negli anni si sia dedicato alla scultura, alla pittura e alla grafica. Comunque egli riesce a mettere anche nelle opere non di piccolo formato quella grazia miniaturistica proprio appunto del gioiello. In questa ideazione di sue opere plastiche dal formato più rilevante è sempre esplicita un'armatura meccanoforme da interpretare, a mio avviso, quale documento della sua sentita adesione alla contemporaneità. Sappiamo come i futuristi all'inizio del secolo scorso fossero attratti istintivamente dal perimetro ancora non pienamente esperito della macchina dalla potente espressività dinamica.

In De Martin non è praticabile l'interpretazione futurista, in quanto non interessato alle sbrigliate apologie del dinamismo e della velocità tipiche del grande movimento marinettiano, essendo egli piuttosto attratto dalle valenze formali d'un ingranaggio meccanico reso estremamente lineare e quasi cosmico dal ritmo circolare ed ovoidale che sovente la fa da padrone nelle composizioni: embrionale tentativo di scrivere una grammatica umanistica quanto mai necessaria nell'attuale epoca tecnologica. La stessa materia da lui adoperata per tante sue opere plastiche, ovvero la terracotta policroma, può leggersi come adesione ad un recupero dei valori fondanti la nostra tradizione classica.