Artisti

Epigenesi del segno e del colore

 

L’opera non anticipa la possibilità, non predispone un ordinamento: è un insistere continuo sul lungo cammino della ricerca. Un’ indagine sull’impasto cromatico e sulla modalità della stesura, al fine di coniugare le ragioni contingenti del soggetto con quelle della percezione. Il segno, dapprima celato, viene attivato dalla processione del tempo che lo introduce nella trama. La poetica di Luigi Brolese prende vita dal sedimentare dei colori che si imbevono del momento, assumendo, con il procedere delle campiture, una fisionomia sempre più netta. Superfici dove si perdono le coordinate spaziali dell’alto, del basso e della profondità. L’intervento dell’artista elimina gran parte della massa cromatica e mette in luce il nucleo ideativo. Sulla tela le forme, rifiutando ogni naturalismo, si sviluppano seguendo una loro logica interna ed una grafia quasi organica, precede l’apparizione. Un amalgama unico che sfugge ad ogni conformazione e conferisce al dipinto un “pathos” avvolgente, collocandolo in una dimensione informale arcana. Gli elementi di contorno, con il variare della luce e dell’ombra, modificano la loro essenza ed oltre la soglia metafisica si trasmutano. L’immagine vive in una nuova figurazione escatologica, mantenendo nel flusso del molteplice l’”essere” dell’Uno. Colori che sono impulsi del pensiero e si accendono come lampi nel buio, indici del divenire, tracce dell’interiorità. Segni che raggiungono un loro equilibrio come se il caos avesse un suo ordine e ci introducono in uno spazio-tempo che non ammette vincoli precostituiti o realtà codificate, imponendosi come metamorfosi alchemica.

 

Prof. Giuseppe Raffaelli

Loris Agosto nasce a Udine e inizia a dipingere giovanissimo. La sua prima esposizione personale risale al 1981. Autodidatta, si oppone agli schemi della pittura di moda, passando attraverso diverse esperienze tra il figurativismo e l’informale, per approdare negli anni ’90 ad una personalissima ricerca, unica nel suo stile, che si sviluppa nell’ idea dell’accartocciamento e della distensione della tela, che viene chiamata alla fine del lavoro tela aggomitolata. Il tema è la mescolanza di mente-cuore-razionalità-cervello. Lavora nelle colline del Friuli a Sedilis di Tarcento , immerso tra i vigneti del pregiato vino ramandolo. Il suo studio-laboratorio è sempre aperto ed è luogo d’incontro, confronto e discussione anche per progettazioni di eventi e manifestazioni artistiche. E’ laureato con lode in Scienze Politiche, specializzazione economia, all’Università degli Studi di Trieste. Mail: agostoloris@gmail.com

Luciano Ceschia.

Nato il 4 giugno 1926 a Coia di Tarcento da una famiglia contadina, Luciano Ceschia si formò artisticamente tra la bottega del fotografo Cesare Turrin (il cui figlio Tiziano lo iniziò al disegno e alla pittura) a Tarcento e lo studio dello scultore Antonio Franzolini a Udine. Nell’aprile 1944 fu internato dai tedeschi in un campo di prigionia in Austria, dove rimase fino alla fine della guerra. Dopo il suo ritorno partecipò all’attività dei circoli artistici e alle prime mostre collettive. Si iscrisse al Liceo Artistico a Venezia ma nel 1947 interruppe gli studi e iniziò il periodo dei suoi viaggi: in Yugoslavia, poi a Ginevra, Basilea, Zurigo, Parigi e il sud della Francia presso i vecchi maestri dell’arte ceramica. Nel 1954, dopo il suo rientro a Coia, costruì nella legnaia di casa una primitiva fornace, da cui uscirono pannelli, piatti e vasi istoriati con soggetti tratti dalla tradizione popolare, che furono esposti nella sua prima personale allestita alla Galleria La Colonna di Milano nel 1959 e nelle successive le mostre a Pisa, Modena, Pescara, Firenze, Pordenone, Roma. Alla Biennale di Venezia del 1962 vinse il premio del Ministero dell’Industria e del Commercio per la ceramica greificata “Grande porta di Hiroshima”. Dalla metà degli anni ’60 iniziò a sperimentare nuove forme e nuovi materiali come i metalli, le resine sintetiche, la pietra e il legno. Un importante momento di verifica fu la grande mostra retrospettiva tenutasi nel 1968 a Udine presso Palazzo Kechler, corredata dalla pubblicazione di un volume monografico con testi di E. Bartolini (Del Bianco Editore). Nel 1970 vinse il Concorso per la medaglia ufficiale del XVIII Congresso Eucaristico Nazionale e venne in seguito invitato ad ideare una medaglia per conto della Repubblica di San Marino e per le celebrazioni marconiane. Seguirono le mostre di Trieste, Labin, Padova, Villaco, Palermo, Vienna, Ferrara, Lubiana, Portorose, Zagabria, Maribor e altre ancora. Nel 1976 fu nominato cittadino onorario della città di Cividale del Friuli per aver ideato e realizzato il Monumento alla resistenza (un’opera in cemento armato delle dimensioni di m. 18x6). 100 opere di Ceschia furono esposte in occasione della mostra tenutasi presso la Main Hall Gallery di New York nel 1984. L’ultima esposizione cui l’artista partecipò di persona fu quella allestita nel 1991 al Castello di Udine con oltre 100 esemplari di medaglie e gessi realizzate negli ultimi 18 anni. Si spense il 4 novembre 1991. La più completa mostra realizzata dopo la sua morte è stata l’antologica presso Palazzo Frangipane a Tarcento nel 2000, in occasione della quale è stato pubblicato dall’editore Casamassima il volume “Luciano Ceschia” a cura del prof. Claudio Cerritelli.

Roberto Codroico, architetto, esperto di storia dell'arte e di restauro dei monumenti, quale dipendente della P.A.T. ha diretto molteplici resatauri, tra cui: il Castello del Buonconsiglio, il Duomo, la chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento; la Rocca di Riva, il Castello di Fornace e Castel Romano a Pieve di Bono nelle giudicarie. E' autore di numerosi saggi di storia e di restauro dei monumenti e di comunicazioni scientifiche sugli stessi argomenti a Convegni nazionali ed internazionali. E' stato docente a contratto presso la facoltà di Ingegneria di Trento per l'insegnamento di "Storia dell'arte e delle tecnologie architettoniche", si occupa attualmente, quale esperto di Urbanistica della P.A.T. di tutela del paesaggio. In parallelo all'intensa attività professionale conduce con costante e meticoloso rigore una personale ricerca nel campo delle arti visive.

Gianni Maran nasce a Grado e dopo diversi percorsi nel campo artistico, realizza finamlemte il sogno: aprire "bottega" nella sua Grado. Artista, scenografo, regista, costumista, designer ... Gianni Maran, uomo poliedrico, capace di passare dalla lavorazione del legno, del vetro, della ceramica, dell'acciaio, alle installazioni, ai quadri in acquarello e in acrilico ... uomo in continuo movimento interore dalle grandi crescite e mutazioni artistiche!

 

 

 

Edeltraud Pölsterl, nata a Tulln vicino di Vienna /Austria, risiede e lavora a Tulln.

In estate vive a Lignano con la sua famiglia.

Autodidatta ha studiato la tecnica acrilica dal 2005.

Preferisce dipinti astratti nel rispetto dell'armonia compositiva.

Le sue opere sono sintesi di materiale diversi – non solo tela, ma anche lavora con legno, accaio, gesso, lava nero.

La sua tecnica è fatta di penello, spatola e di pittura a spugna.

 

e-mail: edeltraud.poelsterl@aon.at


Giorgio Celiberti nasce a Udine nel 1929. Comincia giovanissimo a dipingere, appena diciannovenne partecipa, infatti, alla Biennale di Venezia del 1948, la prima del dopoguerra.

A Venezia frequenta il liceo artistico e poi lo studio di Emilio Vedova. Nella città lagunare divide con Tancredi alla pensione Accademia la camera-studio. Intense le frequentazioni con Carlo Ciussi, Marco Fantoni, e Romano Parmeggiani, che negli stessi anni vivono a Venezia un periodo di formazione.

Sulle orme dello zio Modotto, uno dei più importanti pittori udinesi degli anni Trenta, protagonista, assieme ai fratelli Basaldella (Afro, Dino e Mirko) a Filipponi e a Candido Grassi, del rinnovamento in senso novecentista dell’arte friulana, Celiberti agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con i maggiori rappresentanti della cultura figurativa d’oltralpe. Inizia così una serie di viaggi che rimarranno fondamentali per la sua formazione: nel 1956 vince la borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione che gli consente di soggiornare a Bruxelles, dove ebbe modo di completare le proprie ricerche sull’arte d’avanguardia.

Dal 1957 al 1958 è a Londra: erano gli anni in cui dominava l’espressionismo di Bacon e Sutherland. Viaggiatore instancabile, curioso, assillato interiormente da una febbre di novità e di conoscenza, soggiornò negli Stati Uniti, in Messico, a Cuba, in Venezuela. Da queste esperienze ha tratto un repertorio di segni, di tecniche, che ha rielaborato negli anni successivi.

Al rientro in Italia si trasferisce per un lungo e fruttuoso periodo a Roma, dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano.

Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, ha consentito a Celiberti di avviare un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione. 

continua su www.giorgioceliberti.it

 

Bruno Aita

La pittura ha sempre avuto una funzione sociale non solo nelle epoche in cui gran parte degli uomini non sapevano nè leggere nè scrivere, ma anche nella contemporaneità. Il linguaggio pittorico non conosce frontiere nazionali a differenza della letteratura che, invece si esprime in differenti idiomi. Attraverso le epoche il significato fondamentale trasmesso dall'artista si è trasformato non solo nella forma ma anche nel contenuto. Da parte mia, sulla base di regole e conoscenze tecniche via via acquisite, ho dato forma ad una mia poetica che, in sintesi ha privilegiato l'uso di un colore , "il nero" che, a mio avviso, ha valenza di mistero. Su questa premessa, si è avviato per anni lo studio della mia ricerca. Dal nero riafforiorano segni, delle forme senza tempo, nelle quali riconoscere boschi... tubi d'aria... umanoidi. Fin da ragazzo ho disegnato e lavorato in carrozzeria con vernici e pistole a spruzzo. Nel corso degli anni mi sono speso in questa duplice esistenza restando coerente a contenuti che riguardassero il binomio uomo-natura, cercando sempre di coniugare "verità" e sentimento nella mia arte.

Bruno Aita Bruno Aita nasce a Udine il 13 Novembre 1954 Vive e lavora in Friuli tra Buja e Colloredo di Monte Albano (UD). http://www.brunoaita.it

 

Erna Vukmanic

Nata a Zagabria in una famiglia di musicisti, si trasferisce in Friuli nel 1969, dove tutt’ora svolge la sua attività d’artista e dove ha allestito numerose mostre.

Il suo percorso creativo, avido di esperienze e di infaticabile e scrupolosa sperimentazione, si è sviluppato negli anni attraverso la plastica modellazione dell’argilla, il valore lirico e grafico dell’incisione calcografica e specialmente attraverso l’ironica ed iconica pittura su tela.

Sono nati così i femminili e colorati accessori in terracotta, gli scorci silenti di campagna friulana ed infine quella serie così personale degli Ovomini, apprezzata dal conoscitore e dalla critica.

Nell’impresa creativa dell’artista, incastonata dai codici di diversi linguaggi visivi, risalta la lucida intelligenza dell’occhio attento che legge oltre gli atteggiamenti quotidiani anche quando si ripropone di cogliere il silenzio là dove batte più forte il fragore dei tempi. www.ernavukmanic.it

 

Carlo Fontanella, nato a Torre del Greco (Napoli), risiede a Maniago (Pordenone) Diplomatosi in Scultura presso l’Istituto d’Arte e Magistero di Napoli, insegna Discipline Artistiche nella scuola pubblica. Il profondo amore per la scultura fa sì che il disegno costituisca l’ossatura fondamentale della sua produzione artistica. Anche nelle opere grafiche e pittoriche si individua la tridimensionalità dei diversi piani della scultura. Le opere più recenti sono simbolico-evocative; compositivamente presentano un chiaro impianto modulare, dove il ritmo gioca un ruolo primario nell’alternarsi di luci e ombre. La sua scultura, che si esprime preferibilmente sul piano frontale, si caratterizza per segni e forme atti a raccontare una storia di accadimenti avvolti dal mistero. E’ presente dagli anni ’70 in manifestazioni artistiche in Italia e all’estero. Ha realizzato opere monumentali per le Forze Armate, per Enti Pubblici ed Ecclesiastici. Nel 2007 ha partecipato alla 52° Biennale di Venezia, eventi collaterali.


Piero De Martin, vive e opera a Codroipo (Udine). È docente d’arte orafa presso il Liceo Artistico Sello di Udine. La sua opera è il risultato di una sintesi affascinante tra i metalli preziosi e la risonanza arcaica; la magia delle sue combinazioni scultoree, risiede in un cumulo di richiami culturali (civilta’ primitive Latino-Americane in specie), che nell’elaborazione creativa divengono ambiti di piena riconoscibilita’artistica attribuibile soltanto a De Martin. Dal 1980 partecipato attivamente a manifestazioni culturali in Italia e all’estero; tra le più importanti: 1991, Venezia, Galleria Fenice; 1995, Bruxelles, Banca Monte dei Paschi di Siena; 1998, Turchia, Efeso – Museo; 2001, Treviso, Casa dei Carraresi; 2002, Passariano, Villa Manin; 2004, Sacile (Pordenone), Chiesa di San Gregorio; 2006, Dubai, Italian Lifestyle- Expo Centre; 2007, Miami (U.S.A.), Consolato Italiano; 2008, Vienna, Istituto Italiano di Cultura; 2009, Helsinki, Istituto Italiano di Cultura; 2010, Sydney, Lido Gallery.